ContrastiUrbani è uno studio di fotografia con sede a L'Aquila.
Sviluppa progetti sui processi di modificazione dei luoghi e sul rapporto tra essere umano, ambiente e tempo, oltre a occuparsi di fotografia di architettura e di paesaggio.
È gestito da Antonio Di Cecco, rappresentato dall'agenzia Contrasto.
Antonio Di Cecco è nato nel 1978 all’Aquila, dove attualmente vive e lavora.
Dal 2024 è impegnato nella realizzazione della piattaforma web ATLANTE / LA FORMA DEI LUOGHI. Il progetto è una collaborazione tra Gran Sasso Science Institute, Fondazione De Marchis e Accademia di Belle Arti L'Aquila.
Nel 2023 realizza la nuova campagna fotografica per il progetto CdCI / Carta della Cultura Industriale presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Roma Tre.
La sua opera DUE SPAZI DELLO STESSO CIELO, finalista del “Premio Terna Driving Energy 2023. Elogio dell'equilibrio” è in mostra presso Palazzo delle Esposizioni a Roma fino al 15 ottobre 2023. L’esposizione è inoltre accessibile da ogni parte del mondo e in ogni momento, grazie all’app PDE (Premio Driving Energy) disponibile su Google Play e Apple Store.
Nel 2023 la sua mostra EFFIMERO è stata esposta presso la galleria Gomma a Roma e presso la Fondazione De Marchis a L’Aquila.
Nel 2022 la sua mostra LA FORMA DEI LUOGHI è stata esposta presso l’Istituto Italiano di Cultura di Montreal. > IIC
Nel 2021 è tra i vincitori dell’Urbanautica Institute Award con il progetto “L’Aquila. La forma dei luoghi”.
Dal 2018 è impegnato nel progetto PAESAGGIO CULTURALE DELL'APPENNINO SISMICO presso il Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max Planck Institut proseguendo la ricerca avviata nell’ambito del gruppo di ricerca L’AQUILA AS A POST-CATASTROPHIC CITY sulla rappresentazione del paesaggio post-disastro con particolare attenzione alle forme dell’abitare temporaneo. > KHI
Per il Kunsthistorisches Institut in Florenz ha realizzato la mostra online FOTOGRAFIA E CATASTROFE. ANTONIO DI CECCO IN DIALOGO CON LE COLLEZIONI DELLA FOTOTECA a cura di Carmen Belmonte, Elisabetta Scirocco e Gerhard Wolf. Nel dicembre 2018 le immagini sono entrate a far parte dell’archivio della Fototeca. > KHI
Il suo progetto FORME DI PAESAGGIO, prodotto con il sostegno dell‘Istituto Italiano di Cultura di Amburgo e dell'Agenzia Nazionale del Turismo, nel 2018 è stato esposto presso gli Istituti Italiani di Cultura di Amburgo, Monaco di Baviera e Lione. > IIC
Nell'aprile 2016 ha partecipato al progetto UP! MARGHERA ON STAGE per il Padiglione Venezia, XV Biennale di Architettura.
Nel maggio 2015 le immagini del progetto IN PIENO VUOTO. UNO SGUARDO SUL TERRITORIO AQUILANO sono entrate a far parte dell’archivio dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. > ICCD
Nell’aprile 2013 ha pubblicato il volume IN PIENO VUOTO. UNO SGUARDO SUL TERRITORIO AQUILANO [Peliti Associati], a cura di Benedetta Cestelli Guidi, con testi di Laura Moro, direttore dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.
Novità
Dentro le Mura, 2025
Dentro le mura è un volume che nasce dalla collaborazione tra la società Frezza e la casa editrice RVM Hub. È un libro fotografico, tecnico e culturale che racconta una storia di ricostruzione e rinascita, attraverso le fotografie del fotografo Antonio Di Cecco, testi di diversi autori e i materiali d’archivio. È una passeggiata virtuale tra strade e palazzi del centro storico dell’Aquila con un focus, in ogni capitolo, su un cantiere – a diversi stati di realizzazione – seguito dalla ditta di costruzione.
CdCI – Carta della Cultura Industriale, 2025
www.culturaindustria.it
Il volume costituisce l’esito del progetto di ricerca CdCI – Carta della Cultura Industriale (www.culturaindustria.it), dedicato alle architetture industriali degli anni del miracolo economico in Italia e al patrimonio iconografico e documentario legato alla loro storia, con particolare riguardo alle realtà produttive del Lazio ancora in funzione. Articolato in più contributi, in rappresentanza delle diverse istituzioni coinvolte nell’indagine (Università degli Studi Roma Tre; Università di Roma Tor Vergata; CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche; Archivio centrale dello Stato di Roma) oltre che di ricercatori e professionisti esterni, il volume è corredato da una nutrita sezione di apparati, comprendente materiali d’archivio inediti e un reportage fotografico di nuova realizzazione.
Contributi di Giorgia Aureli, Daniela Brignone, Gianluca Capurso, Francesca Castanò, Federica Causarano, Simonetta Ceglie, Pietro Cesari, Alberto Coppo, Antonio Di Cecco, Roberta Folgiero, Lorenzo Grieco, Tullia Iori, IT LogiX, Davide Maffei, Maddalena Scimemi, Marida Talamona, Antonio Tripodo, Alessandro Vasari.
Maddalena Scimemi è professoressa associata di Storia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre ed è membro del collegio di dottorato in Architettura: Innovazione e Patrimonio. È ricercatrice aggregata senior presso l’Archivio del Moderno (Balerna, CH) e membro del comitato scientifico di «Studiolo», rivista di studi di Storia dell’arte dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. Ha svolto attività di ricerca presso diverse istituzioni nazionali e straniere, tra le quali il MAXXI, Roma; l’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia; la Scuola Normale Superiore di Pisa; il CISA Andrea Palladio di Vicenza. Curatrice di esposizioni di architettura e di fotografia di architettura, ha pubblicato i suoi studi in Italia e all’estero in volumi e riviste specializzate, con particolare riferimento a temi di architettura romana di primo Cinquecento e all’architettura del secondo dopoguerra. Tra i più recenti sono Rinascimento industriale italiano. Marco Zanuso per la Olivetti brasileira («Römisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana» 46/2023); L’ordine organico. Architettura ed estetica industriale 1950-1960 (Artemide 2024); Diller Scofidio + Renfro. Architettura Instabile (Forma 2024, con Pippo Ciorra).
Marida Talamona è ordinario di Storia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre ed è membro del collegio dei docenti del Dottorato dell’Università Iuav di Venezia, ambito “Storia dell’architettura”. Ha diretto il Master europeo in Storia dell’architettura e fatto parte del Senato Accademico di Roma Tre e del Consiglio di amministrazione della Fondazione Le Corbusier. È autrice di libri e saggi pubblicati in opere collettive e in riviste internazionali, in particolare sull’architettura italiana tra le due guerre e sulle opere olivettiane, sugli anni della ricostruzione in Italia, sui rapporti di Le Corbusier e la cultura artistica italiana. È stata curatrice della mostra L’Italia di Le Corbusier (MAXXI, Roma 2012-2013) e del catalogo omonimo. Il libro Casa Malaparte, tradotto in più lingue, ha ottenuto più premi internazionali, tra cui The International Architecture Book Award e il Prix du Livre d’Architecture, attribuiti dall’American Institute of Architects e dall’Académie d’Architecture di Parigi. Negli ultimi anni ha centrato i suoi studi sul rapporto tra Arte e Architettura e sulla Sintesi delle arti, temi sui quali ha in corso di redazione un’antologia di scritti lecorbusiani.
Progetti
La natura e le tracce dell’ex Unione Sovietica.
Cosa trova chi decide di attraversare il centro storico dell’Aquila?
Da qualche parte sull'Appennino esiste uno spazio bianco in cui perdersi.
Antonio Di Cecco in dialogo con le collezioni della Fototeca del Kunsthistorisches Institut in Florenz
Una volta in cima alla ripida scalinata scavata nella roccia, il mio sguardo cerca istintivamente il mare ma l’orizzonte piatto è ancora lontano da raggiungere.
Una disciplina. Una forma d’attenzione oscillante, in cui l’osservatore e l’oggetto osservato arrivano spesso a cambiare di ruolo. Allora è l’ambiente a indagare gli umori di chi lo guarda.
[Alberto Bazzucchi]
Immaginare il paesaggio.
Laddove neanche i raggi cosmici arrivano, schermati da mille quattrocento metri di roccia.
[Maria Francesca Palmerio]
Forte e continuo è stato nei secoli il desiderio di poter guardare il mondo circostante da grandi altezze.
[Maria Francesca Palmerio]
Dove l’aria è più leggera.
Ed è per questo che, come nota ancora Perec, “vivere, è passare da uno spazio all’altro, cercando il più possibile di non farsi troppo male.”
[Marco Morante]